I Bottini di Siena
Viaggio nei sotterranei della città

Azienda Agraria Chiarentana di Donata Origo

Siena è una città magnifica e ci sono molte ragioni per cui merita una visita. Deve, infatti, la sua fama, non solo al celeberrimo Palio e alle bellezze architettoniche e alle ricchezze storiche, artistiche e culturali che si trovano in superficie, sotto il cielo, ma anche a quella che si trovano nascoste sottoterra.

siena

Hai capito bene: anche Siena, come molte altre città italiane dalle origini molto antiche, nasconde dei tesori anche al di sotto delle sue vie, normalmente piene di turisti tutto l’anno, che forse ignorano che sotto i loro piedi ci sono altre interessanti cose da vedere della città.
Questi sotterranei a Siena si chiamano “bottini”. La storia ci insegna che hanno avuto una loro funzione in passato, ma anche che sono legati a tanti miti e leggende popolari.


A cosa servivano i bottini?
Quella che oggi appare come una misteriosa rete di sotterranei, anticamente era un efficiente sistema di approvvigionamento di acqua per la città. È un vero e proprio gioiello di ingegneria idraulica risalente all’età medievale.

Si tratta di ben 25 km di gallerie, ancora oggi funzionanti, anche se questo sistema è stato soppiantato dall’acquedotto negli anni ’50 del secolo scorso. In parte è percorribile a piedi: è un percorso unico e affascinante, attraverso le gallerie scavate nella sabbia con volta a botte – da cui il nome “bottini”; in basso, ancora oggi l'acqua scorre in una canaletta, detta gorello.

Tecnicamente, i bottini sono delle gallerie drenanti, deputate alla raccolta delle infiltrazioni delle acque piovane cadute sulle colline circostanti, che venivano poi convogliate verso le innumerevoli fonti presenti in città.
È un sistema di fornitura idrica innovativo e geniale per una città che non ha un corso d’acqua da cui attingere le proprie riserve, come, ad esempio, Firenze.


Le leggende popolari
Ancora oggi si dice che durante la notte, quando tutta la città dorme e regna il più assoluto silenzio, si possano sentire scorrere le acque sotterranee.
La leggenda popolare vuole che si tratti delle acque del fiume Diana, rivelatosi un fiume immaginario, citato anche da Dante nella Divina Commedia, cercato invano addirittura per circa due secoli, consultando esperti e astrologi e scavando pozzi, e mai trovato.

Mentre i bottini venivano realizzati, invece, presero piede altri due miti, quello degli omiccioli e dei fuggisoli. Si dice che gli operai addetti agli scavi si fossero più volte trovati di fronte delle strane creature sotterranee: gli omiccioli, che erano simili ad allegri folletti e i fuggisoli, che apparivano sottoforma di lampi di luce improvvisi e repentini.
A dire il vero a queste storie fantastiche una spiegazione è stata data, più o meno: pare che gli operai venissero pagati in vino…

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