L’alabastro di Volterra
Il più pregiato al mondo

Azienda Agraria Chiarentana di Donata Origo

Volterra è una piccola cittadina che si trova a pochi chilometri sia da Siena che da Firenze, in Toscana.
È una meta turistica molto apprezzata ed è famosa per molte ragioni: la bellezza del paesaggio è una della prime che possiamo citare, assieme alla ricchezza artistica e culturale dovuta alle sue antichissime origini etrusche e alla sua architettura prevalentemente medievale e rinascimentale, che si può osservare ad ogni passo fra i palazzi, le chiese e le torri che ne delineano lo skyline.

volterra

L'alabastro di Volterra


Ma Volterra è famosa soprattutto per una cosa in particolare: il suo magnifico alabastro, fra i più pregiati al mondo.
La piccola cittadina toscana, infatti, è rinomata per la sua produzione di alabastro e per la sua lunghissima tradizione di artigianato.

Che cos’è l’alabastro


L'alabastro è un tipo di roccia sedimentaria – tecnicamente è un solfato di calcio bi-idrato – di colore, perlopiù bianco avorio, giallo chiaro e giallo miele, ma anche rossastro. È noto per la sua trasparenza opaca e la sua bellezza marmorea.
Le diverse tipologie di alabastro, sia per aspetto che per consistenza, si sono originate in base alla composizione chimica del terreno. Cioè: le varietà meno ricche di inclusioni risultano bianche e trasparenti, mentre laddove siano presenti inclusioni di argilla e ossidi metallici si hanno alabastri di diversi colori, tendenzialmente gialli i primi e rossastri i secondi.

alabastro

L’alabastro viene tradizionalmente utilizzato per creare oggetti decorativi, vista la sua capacità di assumere dettagli elaborati e la sua luminosità.
Tanta è la bellezza di questo materiale, liscio, luminoso, trasparente, elegante, quasi etereo, che la parola alabastro è divenuta sinonimo di bellezza in generale. Ti sarà sicuramente capitato di sentir dire che una persona dall’incarnato perfetto ha una “pelle di alabastro”.

Questa pietra ha anche una caratteristica del tutto peculiare: si dice sia una pietra viva, perché al contrario di tutte le altre, può cambiare con il tempo. Infatti, le trasparenze fredde o la luminosità dorata dell’alabastro appena estratto dalla cava virano negli anni verso colori più densi e corposi.


Una storia antichissima


L’alabastro è un tesoro nascosto nelle viscere della terra. I primi ad accorgersi della presenza di questo materiale nei pressi di Volterra e della sua abbondanza furono gli Etruschi già alla fine dell’VIII secolo a.C.
La lavorazione artigianale vera e propria, però, inizia più o meno nel III secolo a.C., probabilmente per merito di artigiani provenienti dalla Grecia. Risalgono a questo periodo i primi monumenti funerari in alabastro che ce lo testimoniano.
Nel corso dei secoli, eccetto durante il Medioevo, quando la lavorazione dell’alabastro subì un arresto, questo materiale è stato utilizzato per la realizzazione dei più differenti oggetti: nel Cinquecento e nel Seicento è stato uno dei materiali prediletti per la produzione di manufatti di arte sacra – tabernacoli, cibori, acquasantiere, candelabri, colonne, ecc.; nel Settecento erano particolarmente apprezzate e richieste le tabacchiere in alabastro; nell’Ottocento, in pieno stile neoclassico, prende piede la realizzazione di riproduzioni di opere antiche; nel Novecento nasce un vero e proprio design unico e specifico dell’alabastro, che vede cimentarvisi nomi del calibro di Ugo La Pietra, Elio di Franco e Prospero Rasulo.

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