Storia della Pizza
Rappresentante dell’Italia nel mondo

Azienda Agraria Chiarentana di Donata Origo

La pizza, assieme alla pasta, è senz’altro la rappresentante della cucina italiana nel mondo, nonché simbolo di italianità.
Il nostro Paese, infatti, ne vanta le origini, ma la storia della pizza non è poi così chiara.

Se pensiamo alla pizza semplicemente come al risultato della lavorazione di farina, acqua e lievito, allora le sue origini potrebbero persino risalire al 3000 a.C., visto che alcuni ritrovamenti archeologici in Sardegna testimonino l’utilizzo del lievito. Ma si sa anche che i Romani erano soliti preparare una sorta di pane con farine ottenute da diversi tipi di cereali, dalla forma circolare e cotto in forno.
Purtroppo, l’epoca esatta a cui far risalire l’invenzione della pizza non è accertabile; resta il fatto che si parla, comunque, di un passato assai remoto, ante Christum.
Lo stesso vale per la collocazione esatta: a noi basta sapere che è italiana, che è l’orgoglio della nostra cucina.

Origini della Pizza


Se, invece, prendiamo in considerazione la pizza come la conosciamo oggi, ovvero il disco di pasta ottenuto con farina, acqua e lievito, al di sopra del quale possono essere posti, prima o dopo la cottura, diversi ingredienti, allora possiamo individuare con un po’ di certezza in più sia un’epoca che un luogo di origine: siamo nel Regno di Napoli, in un periodo a cavallo fra il ‘500 e il ‘600.

piazza vari gusti

Le testimonianze dell’epoca ci informano dell’esistenza di una “pizza Mastunicola”, in cui condimento prevedeva l’utilizzo di lardo, ciccioli di maiale, formaggio di pecora, pepe e basilico, e della pizza alla cecinelli, condita con i bianchetti, che sono dei piccoli pesci.

Come possiamo notare, dalle ricette più antiche manca un ingrediente che per noi oggi è fondamentale, il pomodoro, che viene introdotto in Italia dalle Americhe e utilizzato sulla pizza solo a partire dal ‘700, e dopo non poche titubanze.
Ma è proprio da allora che la pizza diventa un piazzo amatissimo, tanto dalla gente comune che dai reali e dai nobili napoletani e non solo: si sa che la pizza era apprezzata sia dai Borbone che dai Savoia.

pizza margherita

L’editore svizzero Francesco de Bourcard, nel 1866, già racconta di una varietà di preparazioni da far invidia al menù di un ristorante moderno: cita pizze semplici con olio di oliva, aglio, sale e origano; oppure pizze con formaggio grattugiato, strutto e basilico; oppure ancora pizze con il pesce, con le arselle, con la mozzarella, con il prosciutto affettato e con il pomodoro.
E ci dà anche un’informazione in più: già all’epoca veniva realizzata una preparazione speciale, ripiegando la pasta della pizza su se stessa, detta “calzone”.






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