Radicofani
Il borgo da non perdere

Azienda Agraria Chiarentana di Donata Origo

All’estremo confine della Val d’Orcia e di fronte al Monte Amiata si trova il piccolo borgo medievale di Radicofani. Ci troviamo a sud della Toscana, in provincia di Siena, città dalla quale Radicofani dista poche decine di chilometri.
Non è forse una località celebre come le vicine Pienza o Montepulciano, ma se ti trovi a viaggiare per l’incantevole Val d’Orcia non puoi non posare lo sguardo su Radicofani: la sua imponente torre svetta fra le dolci colline della vallata.

Proprio la Torre è il simbolo di Radicofani: essa è la fortezza conquistata dal brigante Ghino di Tacco, divenuto in seguito il signore della città.

Ma Radicofani, nonostante le sue piccole dimensioni ed una popolazione di poco più di mille abitanti, non è rappresentata solamente dalla sua fortezza; è anche nota nella storia come fiorente borgo medioevale e come tappa della celebre Via Francigena. A Radicofani, infatti, si trovava, e si trova ancora, l’antica stazione di posta, ovvero un rifugio per i viandanti che si recavano a Roma seguendo il famoso tragitto. La struttura è tutt’oggi perfettamente conservata: è, infatti, possibile individuarne facilmente lo stile Mediceo e le sue suddivisioni. Nel corso dei secoli sono stati moltissimi i pellegrini a sostare a Radicofani, compresi molti illustri personaggi, quali Stendhal, Charles Dickens e Goethe.

All’interno del centro storico sono presenti due magnifiche chiese che meritano assolutamente di essere visitate: la chiesa di Sant’Agata in stile medievale e la pieve di San Pietro, una costruzione più antica, in stile romanico-greco, all’interno delle quali sono custodite delle preziose ceramiche attribuite ad Andrea Della Robbia ed alla sua scuola.

A Radicofani si svolgono, durante l’anno, molti eventi volti alla rievocazione e alla celebrazione del passato, delle radici e della storia del borgo.
Uno di questi è la Festa degli Antichi Mestieri, durante la quale vengono rievocati, appunto, gli antichi mestieri medievali, quali il falegname, l’arrotino, l’artigiano produttore di cesti in vimini, e le attività tipiche della vita di campagna, come la lavorazione del formaggio, il bucato con la cenere, la mietitura, la trebbiatura e l’“accimatura” del pagliaio.

La zona di Radicofani vanta anche una tradizione vitivinicola di tutto rispetto sin dal Medioevo, per cui è tradizione festeggiare e rievocare anche questa antica ricchezza: a settembre viene celebrata la Madonna delle Vigne, con una manifestazione denominata Palio del Bigonzo, nella quale si sfidano le cinque contrade del borgo: Castello, Castelmorro, Bonmigliaccio, Borgo Maggiore e Contignano. Il sentitissimo Palio è composto di due parti: la gara tra gli arcieri e la corsa con il bigonzo.
Ma cos’è il bigonzo? Altro non è che il bigoncio, in italiano, e si tratta del tipico contenitore costituito da doghe in legno adibito al trasporto delle uve raccolte.




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